Avete mai sentito parlare del TTIP?

TTIP ponte tra America ed EuropaÈ uno dei più grandi accordi commerciali della storia, destinato a cambiare le politiche dei nostri stati e non solo. In questo momento sono in corso negoziati per renderlo effettivo, e tutto sotto silenzio

E’ possibile, se avete dato un’occhiata ultimamente a giornali che danno molto spazio a politiche dell’Unione Europea, che vi siate imbattuti in questa misteriosa sigla, TTIP. Questa nuova genialata che ora i nostri governanti si stanno inventando, ha essenzialmente due caratteristice: 1) si tratta di un accordo commerciale di livello mondiale; 2) sta per essere deciso dai nostri “capi” senza che i cittadini ne siano adeguatamente informati (tanto per cambiare…). Ma di cosa si tratta in realtà?
TTIP sta per «Transatlantic Trade and Investment Partnership», ovvero «trattato translatlantico per il commercio e gli investimenti». Si tratta di un accordo commerciale di libero scambio tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea..
È quindi un trattato di portata mondiale, che coinvolgerebbe 820 milioni di persone (il totale degli abitanti dei 50 stati americani e delle 28 nazioni dell’EU).
Attualmente tale accordo è in corso di negoziazione (l’intenzione sarebbe quella di stipularlo entro la fine di quest’anno). Le trattative sono però svolte con negoziati segreti. Ora, non penso sia bene vedere complotti dappertutto, ma una domanda che sorge spontanea è: perché tenere sotto segreto un accordo di una portata così vasta? È giusto? È democratico?

TTIP negoziati segreti

Ultimamente, però, l’Unione Europea, ha finalmente reso pubblico un documento che ne spiegherebbe la natura. In esso, il TTIP viene definito «un accordo commerciale e per gli investimenti» avente l’obiettivo di «aumentare gli scambi e gli investimenti tra l’UE e gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali». Si parla quindi di crescita, maggior accesso al mercato e creazione di nuovi posti di lavoro. È certamente una buona cosa, ma come hanno intenzione che questo accada? Agendo soprattutto su tre aree di intervento. Innanzitutto un maggior accesso al mercato, eliminando tutti i dazi sugli scambi bilaterali di merci, liberalizzando gli appalti pubblici e, soprattutto, inserendo una simpatica clausola avente come acronimo ISDS ( Investor-to-State Dispute Settlement). Di che diamine si tratta? Presto detto: è un meccanismo che consente agli investitori di citare in giudizio i governi presso corti arbitrali internazionali. Detta in parole povere, se per esempio lo Stato italiano ha intenzione di fare una legge che garantisca la piccola e media impresa o che favorisca l’agricoltura locale, e tali leggi entrassero in conflitto con il TTIP, gli investitori (leggasi “multinazionali”, possono far causa allo Stato pretendendo il cambio della legge e ottenendo cospiqui risarcimenti. In pratica, è l’ennesimo tentativo antidemocratico di renderci non padroni a casa nostra.

TTIP America Europa

La seconda area di intervento è l’eliminazioni di ostacoli non tariffari. Se gli ostacoli tariffari sono i dazi (eliminati già nel primo punto), quelli non tariffari sono, ad esempio, limiti qualitativi o barriere tecniche e di regolamento. Un esempio, tanto per capirci. Nell’Unione Europea è vietato somministrare ai bovini sostanze ormonali, e conseguentemente anche la vendita e il consumo di tali carni. Tale divieto non sussiste negli Stati Uniti. Grazie a questo ostacolo non tariffario, noi non mangiamo carne bovina trattata in questo modo. Ma con il TTIP, tale ostacolo verrebbe a cadere. Penso che abbiate già capito…
La terza area di servizio sono le norme. Qui il documento dell’UE è ancora più vago. Afferma che vanno favoriti gli scambi «di merci rispettose dell’ambiente e a basse emissioni di carbonio», che vanno garantiti «controlli efficaci, misure antifrode», «disposizioni su antitrust, fusioni e aiuti di Stato» e altre cose. Principi di per se buoni, ma che non sappiamo in effetti a che norme concrete corrispondano, essendo le trattative portate avanti in segreto.

TTIP America Europa

La domanda fondamentale che tutti noi ora ci poniamo è: perché tutto questo? Chi avvantaggia veramente e quali benefici può postare? Ci sono vari studi in proposito. Quelli più favorevoli (provenienti soprattutto proprio dall’UE), parlano di un’aumento del pil europeo del 0,5%. Concretamente questo significa che ogni famiglia europea guadagnerebbe all’anno 545€ in più. In pratica, tutto questo marasma di leggi sarebbe per farci guadagnare 45€ in più al mese. Ben inteso, meglio che niente, è ovvio. Ma, diciamola tutta, chi ci crede? E se anche fosse, ne vale veramente la pensa, contando che troveremo nei nostri supermercati dei prodotti di qualità scadente, e per non dire anche nocivi alla salute?
Ma non è neanche questo il punto. Innanzitutto bisogna dire che il documento dell’UE che esalta il TTIP è stato redatto rifacendosi ad uno studio condotto dal Center for Economic Policy Research of London, criticato da molti gruppi anche internazionali per essere finanziato da grandi banche e, per questo, per essere di parte. Poi possiamo già analizzare alcune delle conseguenze negative che porterebbe questo trattato. Innanzitutto ricordiamoci che l’agricoltura europea è frammentata in piccole aziende. Cosa succederebbe loro se non venissero più protette dai dazi doganali? Per non parlare di tutte le piccole e medie imprese che non potrebbero più reggere la concorrenza delle grandi multinazionali. Finirebbero per chiudere (ma il TTIP non doveva aumentare i posti di lavoro?). Ci sarebbero anche molti rischi per noi consumatori. Sui nostri scaffali ci sarebbero prodotti OGM e alimenti in cui sono stati usati pesticidi con una normativa ben più liberistica della nostra. Molti prodotti non avrebbero un’etichettatura adeguata, per non parlare poi che i negoziati sono orientati alla privatizzazione dei servizi pubblici, rischiando così la loro progressiva scomparsa. E tutto questo per non parlare del già citato ISDS, una normativa in grado di ridurre ulteriormente la sovranità nazionale di uno stato. Certo, uno potrebbe dire: «e chi se ne frega se nei supermercati ci saranno prodotti OGM? Io continuerò a prendere gli altri». Non è così semplice, sia perché l’etichettatura può non essere così chiara, sia perché questi prodotti avrebbero un prezzo decisamente concorrenziale, spingendo noi consumatori inevitabilmente a preferirli a scapito dei prodotti nostrani. E queste sono solo pochissime delle grandi conseguenze che avrà questo trattato.
Cos’è dunque questo TTIP? Presto detto: un ulteriore modo di diminuire la democrazia e arricchire le multinazionali.

TTIP America Europa

Per ulteriori informazioni:

  • Per un articolo comparso si ilpost, clicca QUI
  • Per scaricare il documento diffuso dall’UE in formato pdf, clicca qui sotto:

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