MA VOI CREDETE VERAMENTE CHE L’UOMO SIA NATO DAL FANGO?

amore creazione uomo e donnaC’è il rischio di buttare il bambino con l’acqua sporca; di dire che, visto che ora sappiamo che c’è stata l’evoluzione, quello che ci dice la Bibbia sulla nascita dell’uomo sono tutte cavolate. Ma non bisogna mai fermarsi all’apparenza. Quarto articolo di «Bugie o verità della Bibbia».

Ma voi credete veramente che l’uomo sia nato dal fango e la donna da una costola?

Come abbiamo già spiegato in altri post, i primi undici capitoli della Genesi non hanno mai avuto la pretesa di essere resoconti storici, bensì dei racconti con un significato molto profondo e utile anche nei nostri tempi: ci vogliono rivelare parte del volto di Dio e parte del volto dell’uomo, e soprattutto la relazione che intercorre tra i due. Qual è allora il messaggio che Dio (tramite l’autore di questi testi) ha voluto darci attraverso il racconto della creazione dell’uomo e della donna?

Innanzitutto va detto che nella Genesi ci sono due racconti della creazione dell’essere umano. Si, avete capito bene; ce ne sono due, che riportano anche eventi diversi. Nella Palestina di allora, infatti, erano in circolazione vari racconti sull’origine del mondo e dell’uomo. Verso il VI o il V sec, ci fu uno (o più) redattore ultimo che prese questi antichi racconti e li mise insieme, per comporre poi quello che oggi noi chiamiamo Libro della Genesi. Arrivato il momento di parlare della nascita dell’essere umano, trovò davanti a sé due racconti, e lui, invece di scartarne uno e di scegliere l’altro, decise di trascriverli tutti e due. Questa scelta l’ha fatta perché aveva capito che questi due racconti trasmettevano due messaggi su Dio e sull’uomo diversi, ma ugualmente importantissimi.

Nel primo si narra: «E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”». In questo racconto si narra che uomo e donna sono creati insieme. Quando Dio ha pensato all’uomo -e l’ha pensato somigliante a Lui- l’ha pensato maschio e femmina. Non semplicemente il maschio o solo la femmina, ma sono insieme maschio e femmina ad essere immagine e somiglianza di Dio! Con questo, l’autore ha voluto mostrarci che il relazionarci tra di noi, e soprattutto la relazione che c’è tra uomo e donna, ci rende simili a Dio. La relazione che c’è tra il maschio e la femmina si chiama amore, ma è un amore con una particolarità che non ha nessun altro affetto sulla terra: non è chiuso in se stesso, ma è fecondo, è in grado di generare figli, di donare nuova vita. Quello che questo testo ci sta dicendo, quindi, è che la natura stessa di Dio è l’amore, è il suo desiderio di non chiudersi in se stesso, nel suo potere e nella sua grandezza, ma di relazionarsi all’altro, e quindi di creare: Lui è libero, e liberamente ha deciso di creare altri esseri liberi (noi) perché potessimo relazionarci con lui. L’uomo e la donna, quindi, quando si amano tra di loro, quando generano vita e quando si rapportano con Dio, sono ancora più autenticamente se stessi, sono ancora più umani, ma anche allo stesso tempo più divini.

chagall la tenerezza

L’altro racconto è quello che vede l’uomo creato dal fango. Ci sarebbe veramente tantissimo da dire su questo argomento, ma mi limiterò a dire le due cose più essenziali. «Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente». Noi apparteniamo a questa terra, ma ci illudiamo se pensiamo di essere solo polvere, che siamo solo un ammasso di carne che un giorno si decomporrà: noi abbiamo dentro di noi la vita stessa di Dio, una vita che non muore neanche quando la nostra carne viene meno. Ognuno di noi è molto più prezioso di quello che può immaginare: questo è il messaggio di questo breve versetto!

Poche righe dopo, troviamo scritto: «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse». Appena creato l’uomo, Dio gli dona un posto dove vivere, una un luogo dove il suo cuore si possa sentire a casa. E’ molto interessante vedere cosa Dio desidera che l’uomo faccia in questo mondo: coltivarlo e custodirlo. Innanzitutto coltivarlo: tutto ciò che esiste, Dio lo ha fatto per te, perché tu viva, perché tu sia felice. Noi siamo troppo abituati a respirare, a vedere il verde dei prati, a trarre il frutto della terra per il nostro sostentamento. Ma questa abitudine non ci fa capire il fatto che niente di tutto ciò è scontato. Potevamo non avere un mondo così bello, potevamo non avere una terra fertile per nutrire il nostro corpo e dei panorami così sublimi e colorati per nutrire il nostro spirito. Eppure questo mondo c’è, e non c’è per caso, ma perché Dio ce lo ha donato solo per il gusto di renderci felici. Ma l’uomo non deve solo coltivare questo mondo, lo deve anche custodire. L’essere umano è il custode del pianeta, non il suo padrone, che resta sempre Dio. L’uomo diventa sempre più se stesso quando impara non solo ad accogliere i doni che Dio ci ha dato, ma anche a prendersene cura. E in questo caso, il messaggio importante che Dio (attraverso le parole dell’autore biblico) vuole donarci, è quello di custodire questo mondo, di imparare ad usarlo per rendere bella la nostra vita, senza però sfruttarlo. Mi sembra un messaggio veramente attuale!

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Ma voi credete veramente che l’uomo sia nato dal fango?

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